LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO CRISTIANO
“La forma primaria con cui la Chiesa evangelizza il Matrimonio cristiano è la celebrazione liturgica che essa fa del sacramento”.
Occorre perciò dare vita ad una celebrazione che risulti veramente evangelizzante ed ecclesiale. In quanto è segno, la celebrazione liturgica deve svolgersi in modo da essere anche nella realtà esteriore, proclamazione della parola di Dio e professione di fede della comunità dei credenti.
In quanto gesto sacramentale della chiesa, la celebrazione liturgica del Matrimonio deve coinvolgere la comunità cristiana con la partecipazione piena, attiva e responsabile di tutti i presenti secondo il posto o il compito ciascuno. Pertanto il matrimonio celebrato fuori della propria comunità o in una chiesa non parrocchiale ha normalmente tutto il sapore “privato” e “intimistico” anziché “pubblico” ed “ecclesiale”.
“In quanto sacramento della Chiesa, la celebrazione deve coinvolgere la comunità cristiana. In tal senso il luogo normale delle nozze è la parrocchia nella quale i fidanzati sono inseriti o alla cui vita e missione prendono parte”.
Pertanto la parrocchia normale delle nozze è la parrocchia “in cui l'una o l'altra parte contraente ha il domicilio” o quella in cui si andrà ad abitare da sposati.
 
ALL'ATTENZIONE DEGLI SPOSI
La liturgia nuziale è celebrazione dell'amore sponsale di Cristo e della Chiesa, che viene comunicato agli sposi attraverso il sacramento del Matrimonio. In esso gli sposi rispondono all'iniziativa di Dio che li ha chiamati e viene costituito il patto coniugale per mezzo dell'irrevocabile consenso personale, Cristo unisce gli sposi facendo dei due un essere solo e comunica agli sposi il dono dell'alleanza e dell'amore, un amore capace di amare come lui ama, lo stesso Cristo si fa presente in mezzo agli sposi e li accompagna con la sua grazia per tutta la vita e affida agli sposi la missione di vivere e manifestare agli uomini l'amore di Cristo per la Chiesa, l'amore di Dio per il mondo.
“La celebrazione del sacramento del matrimonio non può essere scambiata in cerimonia folcloristica o trasformata, più o meno gradevolmente, in uno spettacolo profano”. (C.E.I, Evangelizzazione e Sacramento del matrimonio, n. 89).
 
Perché questo avvenga e sia per il rispetto della celebrazione che per aiutare gli sposi e i partecipanti alla liturgia a viverla intensamente, vengono date queste norme e indicazioni:

 

Il luogo normale della celebrazione è la chiesa parrocchiale; solo per motivi particolari e seri può essere fatta in altra chiesa; è proibita la celebrazione del matrimonio in luoghi non abitualmente aperti al pubblico, siano essi chiese, oratori o cappelle private; la scelta dunque di altre parrocchie o chiese per motivi sentimentali, estetici o devozionali è contraria al pensiero della Chiesa.

 

Nella celebrazione non si potrà fare alcuna distinzione fra persone e categorie, sia per quanto riguarda i riti come l'apparato esterno; tutto dovrà avere un senso di decoro e di festa ma insieme di semplicità e di preghiera. Pertanto nella celebrazione dovrà esserci sobrietà negli addobbi, dovrà essere garantito il carattere liturgico dei canti e del suono e si dovrà esigere che il rito non sia disturbato dal servizio foto/cinematografico.

 

Gli sposi si sforzino di vincere la tentazione del lusso e dello sfarzo preoccupandosi delle necessità della comunità cristiana e dei poveri vicini e lontani; per la celebrazione del matrimonio non esiste alcuna “tariffa” da pagare; sarà la generosità degli sposi a mostrare quanto essi desiderino non essere felici da soli.
       
L'addobbo floreale dovrà essere limitato alla zona presbiterale nella quale si trova l'altare, centro dell'assemblea e fulcro della celebrazione; la chiesa non potrà essere trasformata in serra o giardino fiorito a scapito della partecipazione e con ostentazione dello sfarzo; festa si, ma non sfarzo nella qualità e nella quantità dei fiori; meglio la semplicità abbinata alla carità per i poveri; l'addobbo dovrà essere rispettoso dell'arte della chiesa e tenere conto di quello normale esistente e quindi dovrà privilegiare i luoghi e i segni (altare, ambone, croce...) previsti dalla liturgia; per tutti questi motivi i fiorai dovranno accordarsi precedentemente con il sacerdote o i sacristi responsabili della manutenzione della chiesa accettando con disponibilità osservazioni, suggerimenti e anche orari, necessari per evitare disturbi alla normale vita liturgica della chiesa.

 
Il canto è elemento essenziale della liturgia cristiana e quindi anche del matrimonio; il canto esprime la fede, la lode, la festa; questo però si realizza quando è l'assemblea che canta; pertanto l'ideale da tenere presente è quello della partecipazione dell'assemblea al canto, cosa che comporta la scelta di canti attinenti alla celebrazione e conosciuti dai fedeli; tutto questo significa che il canto e il suono degli strumenti non sono una cosa a se stante, che i cantori o strumentisti non possono stabilire arbitrariamente ciò che viene cantato o suonato perché in tal modo facilmente la celebrazione scade in uno spettacolo e in una esibizione; i canti dovranno avere carattere liturgico e, per quanto possibile favorire la partecipazione dell'assemblea; non potranno essere introdotti canti o musiche di natura profana anche se l'uso li fa considerare “religiosi” (vedi Ave Maria di Schubert o marcia nuziale di Mendelsshon); la mancanza del canto potrà essere supplita dal suono dell'organo o altri strumenti adatti alla liturgia, comunque si privilegi l'organo; il suono non dovrà condizionare lo svolgimento della celebrazione; i canti siano animati da un gruppo o da un solista; l'eventuale presenza del coro dovrà essere un servizio all'assemblea e non una esibizione; il canto non potrà essere fatto da un solista in quanto ha il sapore dello spettacolo ed è contrario alla natura della liturgia; eventuali omaggi di amici cantori potranno essere fatti o al termine della celebrazione oppure durante il pranzo; comunque sarà necessario che gli sposi e gli stessi cantori si accordino con il sacerdote: nessuno pretenda di imporre il proprio repertorio, ma accetti con disponibilità eventuali osservazioni o proibizioni: l'arte è a servizio della liturgia e non viceversa.
 
Le riprese fotografiche o cinematografiche sono certamente un utile e caro ricordo ma devono rimanere un fatto marginale rispetto ad una partecipazione intesa e profonda alla celebrazione. Non di rado però i fotografi e i cineoperatori, pur con tutte le buone intenzioni, diventano motivo di disturbo e di distrazione per gli sposi, per il sacerdote e per l'intera assemblea. Tali operatori vanno perciò invitati a tenere presenti: la sacralità del luogo e del momento, il compito di riprendere e non di gestire i momenti del rito, il dovere di partecipare alla Messa (se cristiani) e quello del rispetto se non cristiani, la necessità di occupare un posto, possibilmente stabile, fuori o ai margini del presbiterio, di non spostarsi durante la Messa liberamente e in ogni momento, di ridurre la minimo gli addetti e anche il materiale tecnico, di riprendere la celebrazione solo nei momenti permessi (vedi scheda apposita), di accordarsi con il parroco o il celebrante; i fotografi amatori, presenti alla celebrazione devono essere invitati a non operare.
 
L'abito nuziale degli sposi e degli invitati hanno un grande valore simbolico; soprattutto dell'abito della sposa parlano il vangelo e altri passi della scrittura; esprimono la festa, la gioia dell'incontro, la vita nuova (veste bianca del battesimo); proprio per questo va ricordata la necessità che l'abito nuziale non risponda soltanto e soprattutto ai criteri della moda e tanto meno a quelli della mondanità, non venga meno alle decenza e al rispetto del proprio corpo, sia confacente non solo al luogo ma soprattutto al sacramento che si celebra; la sposa con l'abito di nozze è simbolo della Chiesa che va incontro a Cristo suo sposo per celebrare le nozze eterne.
 
Nei giorni immediatamente precedenti al matrimonio, gli sposi si incontreranno con il parroco o il sacerdote celebrante per prepararsi spiritualmente alla celebrazione e per preparare la liturgia nei suoi vari riti; una adeguata e seria preparazione richiede che gli sposi si accostino al sacramento della penitenza per la confessione dei peccati.

 

ITER PREPARATIVI
QUANDO SPOSARSI?

- parlare con il parroco o con il sacrista incaricato per decidere la data

- una volta fissata la data con il parroco si prenota il ristorante

 
DOCUMENTI
presentarsi al parroco della sposa o dello sposo per l'istruttoria matrimoniale tre mesi prima del matrimonio con i certificati di:


BATTESIMO nella parrocchia dove si è celebrato
CRESIMA nella parrocchia dove si è celebrato
CONTESTUALE DI STATO LIBERO E RESIDENZA in carta semplice ufficio anagrafe del comune di residenza


per gli stranieri NULLA OSTA DELL'AMBASCIATA
cfr. sito del Comune


e con due testimoni (possibilmente non parenti) per la verifica dello stato libero.


Il parroco procede alle pubblicazioni in parrocchia e alla richiesta di quelle in Comune
esame dello sposo e della sposa

Conclusa l'istruttoria matrimoniale il fascicolo viene portato in Curia Ufficio Matrimoni (Terni P.zza Duomo 11 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00) per il nulla osta (diritti di cancelleria € 10,00)
portare il nulla osta al Parroco dove si celebra il matrimonio
 
Testimoni
minimo 2 massimo 4, maggiorenni
più testimoni non possono essere registrati !!!!!!!