LA VITA AFFETTIVA (educare alla vita buona del vangelo; lasciate che vengano a me)


      Comunicare il VANGELO DELL’AMORE nella e attraverso l’esperienza umana degli affetti chiede di mostrare il volto materno della Chiesa, accompagnando la vita delle persone con una proposta che sappia presentare e motivare la bellezza dell’insegnamento evangelico sull’amore, reagendo al diffuso “analfabetismo affettivo” con percorsi formativi adeguati e una vita familiare ed ecclesiale fondata su relazioni profonde e curate.

La famiglia rappresenta il luogo fondamentale e privilegiato dell’esperienza affettiva. Di conseguenza, deve essere anche il soggetto centrale della vita ecclesiale, grembo vitale di educazione alla fede e cellula fondante e ineguagliabile della vita sociale.

Ciò richiede un’attenzione pastorale privilegiata verso la formazione umana e spirituale della famiglia in generale e in particolare per la famiglia cristiana, insieme al rispetto dei suoi tempi e delle sue esigenze. Siamo chiamati a rendere le comunità cristiane maggiormente capaci di curare le ferite dei figli più deboli, dei diversamente abili, delle famiglie disgregate e di quelle forzatamente separate a causa dell’emigrazione, prendendoci cura con tenerezza di ogni fragilità e nel contempo orientando su vie sicure i passi dell’uomo. Peraltro, la dimensione degli affetti non è esclusiva della famiglia e del cammino che a essa conduce; gli affetti innervano di sé ogni condizione umana e danno sapore amicale e spirituale a ogni relazione ecclesiale e sociale. Educare ad amare è parte integrante di ogni percorso formativo, per ogni vocazione di vita e di servizio. (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 33)
Nell’ambito della vita affettiva ciascuno trova la dimensione più elementare e permanente della sua personalità e la sua dimora interiore. A livello affettivo, infatti, l’uomo fa l’esperienza primaria della relazione buona (o cattiva), vive l’aspettativa di un mondo accogliente ed esprime con la maggiore spontaneità il suo desidero di felicità.
Ma proprio il mondo degli affetti subisce oggi un potente condizionamento in direzione di un superficiale emozionalismo, che ha spesso effetti disastrosi sulla verità delle relazioni, che si accompagna a una carenza del linguaggio affettivo (analfabetismo affettivo) e ad un esibizionismo emozionale che porta a vivere le relazioni in modo emotivo e superficiale.
 L’identità e la complementarietà sessuale, l’educazione dei sentimenti, la maternità/paternità, la famiglia e, più in generale, la dimensione affettiva delle relazioni sociali, come pure le varie forme di rappresentazione pubblica degli affetti hanno un grande bisogno di aprirsi alla speranza e quindi alla ricchezza della relazione, alla costruttività della generazione e del legame tra generazioni.

Per la riflessione e il confronto
1. Nella vita della nostra comunità parrocchiale quale considerazione ha l’educazione a una vita affettiva secondo lo Spirito? Come aiutare a formulare un giudizio culturale e morale sulla mentalità corrente a riguardo della vita sessuale e sentimentale?

Nella nostra comunità parrocchiale l’educazione affettiva secondo lo spirito non è molto considerata. In quanto  per aiutare la generazione moderna servirebbero  testimoni credibili e coerenti della Parola che annunciano e vivono e non maestri. La mentalità odierna tende a separare la razionalità dall’affettività, la corporeità dalla spiritualità. Si avverte un eccessivo peso alle emozioni alla sollecitazione dei sensi, piuttosto che il peso della riflessione e della comprensione. Le persone fanno sempre più fatica a dare senso alla propria vita. Ne sono testimoni il disorientamento, il piegamento su se stessi, il desiderio insaziabile di possesso e di consumo, la ricerca del sesso slegato dall’affettività e dall’impegno di vita, l’ansia e la paura, l’incapacità di sperare, di conseguenza la depressione.  La fonte primaria dell’educazione è la famiglia ma purtroppo questa è lasciata sola a fronteggiare il compito di formare la persona, senza alcun aiuto culturale e sociale.
2. Secondo te di quali aiuti ha bisogno la famiglia per tenere desta la fedeltà alla sua vocazione di essere sacramento dell’amore di Dio?

La famiglia ha bisogno di essere sostenuta ed educata a riscoprire i valori cristiani, la speranza, e l’annuncio testimoniato del vangelo. Riteniamo si possa raggiungere la famiglia attraverso i figli. Quindi è necessario motivare ed entusiasmare i piccoli.  INIZIAZIONE CRISTIANA
Nel caso in cui la famiglia è impossibilitata a venire in chiesa per malattia o altro è necessario che sia la chiesa che visiti e porti una parola di speranza e conforto. COME?
Per le famiglie che si dovranno formare occorre trasmettere l’importanza del matrimonio cristiano e la centralità della formazione in famiglia.  Di conseguenza è auspicabile che il percorso di preparazione al matrimonio sia un efficace esperienza di fede e di spiritualità e continui a seguire la neofamiglia  e la successiva nascita della prole tramite coppie di sposi che vivono la fedeltà e l’amore-carità:   Attraverso INCONTRI PERIODICI invitare in parrocchia esperti in pastorale familiare cristiana per educare sul rapporto genitori-figli con analisi delle problematiche relative alle varie età. Quest’ultima iniziativa la riteniamo particolarmente sentita dai genitori e necessaria per capire i propri figli.

3. Secondo te come iniziare alla vita affettiva integrando in modo autentico gli affetti nell’unità dell’esperienza umano-cristiana? Come educare all’Amore-carità?

E’ necessario rieducare l’uomo  a capire che la sua felicità non la trova nella propria edificazione ma come è scritto nel suo cuore fin da principio la sua realizzazione è nell’amare l’altro. Quindi è necessario annunciare la buona notizia “ Cristo ti ama e questo amore incarnato nella tua vita, ti dà la forza di amare l’altro” ma questo non può essere semplicemente insegnato deve essere testimoniato altrimenti non è efficace.

4. La costruzione della nuova chiesa e la disponibilità di nuovi spazzi parrocchiali quali prospettive secondo te aprono dinanzi a noi per servire la Famiglia nella sua azione educativa?

La possibilità di disporre di locali parrocchiali ci dà la l’opportunità di organizzare incontri per contattare le persone , le famiglie, che vivono senza conoscere l’annuncio dell’amore.
In primo luogo la centralità dell’eucarestia domenicale, cercando di far capire che sia per i ragazzi che si preparano ai sacramenti sia per la famiglia è il momento di incontro della comunità parrocchiale, di ritrovo per pregare insieme gli uni per gli altri, per sentirsi accolti e componenti di una famiglia di famiglie.
Con l’impegno che le attuali famiglie vicine alla chiesa devono saper accogliere e avvicinare le lontane. Questo anche tramite l’organizzare feste e momenti ludici. A tal proposito possiamo proporre la festa dei battesimi avvenuti nell’anno, la festa dei nonni, al tombolata, la festa per le persone sole (case di riposo), festeggiare il nuovo anno, l’arrivo dei re magi, il carnevale, …….
Anche la distribuzione dei pacchi alle famiglie in difficoltà può essere un momento per avvicinare i lontani con una parola di speranza…